da qualche giorno Inail ha pubblicato i dati degli infortuni relativi al primo semestre 2019 (un totale di 323.831 denunce, quelle del 2018 nello stesso periodo erano 324.408). Il volume delle denunce è costante da qualche anno (i matematici diranno che è in calo del 1-2permille). Trecentoventitremilaottocentotrentuno è un numero molto grande, ma per comprendere meglio il fenomeno il dato “giornaliero” è più efficace: 1.789 infortuni al giorno! (sabati, domeniche e festivi inclusi).
come purtroppo accade da qualche tempo a questa parte il primo sentimento alla lettura del dato è di scoraggiamento. Nessun miglioramento neanche sul fronte gravità: si continua morire di lavoro a ritmi forsennati con 482 decessi già registrati. In linea, tendente un po’ al rialzo, con il dato 2018 che nello stesso periodo ha registrato 469 caduti. Una media che purtroppo proietta anche il 2019 verso il superamento della soglia psicologica dei 1000 caduti in anno.
La lettura del dato complessivo continua a gridarci: Non possiamo più aspettare … Bisogna intervenire! Le politiche H&S attuali non bastano, è assolutamente necessario avviare un processo di crescita personale di tutti i lavoratori e di diffusione della cultura della sicurezza!
Proseguendo la lettura si nota un altro dato interessante e che deve far riflettere, ovvero che in ben 145 incidenti mortali sono stati coinvolti, a vario titolo, i mezzi di trasporto (30% dei casi).
Ma è dall’analisi dell’età dei lavoratori coinvolti che ci viene consegnato un altro “cazzotto nello stomaco”: 11% delle vittime non aveva ancora compiuto 30 anni (52 ragazzi).
Il più giovane è in provincia di Taranto, un ragazzo di 19 anni il cui decesso è registrato come infortunio in itinere così come la metà degli altri giovanissimi.
Sono invece 85 gli ultrasessantenni deceduti sul lavoro (18% del totale) ed in questa classe sono solo 17 quelli classificati in itinere. Il più anziano un signore di 84 anni deceduto in provincia di Perugia.
Venendo alle ultime statistiche: 41 sono le donne decedute nel semestre di cui 25 in itinere. Poco meno del 9% del totale: le donne sul lavoro muoiono meno degli uomini: un dato consolidato con molteplici letture (lavori svolte, propensione al rischio, differenze di genere che meritano sicuramente un approfondimento).
Riporto infine due “torte” con la dislocazione geografica degli incidenti mortali che confermano una distribuzione normale sul territorio.